Nel corso del Piano Freddo 2018-2019, i servizi messi in campo dal Comune di Bologna attraverso l’Asp (Azienda Servizi alla Persona) hanno accolto 451 persone nei 273 posti letto a disposizione all’interno delle strutture dell’Amministrazione e dell’Arcidiocesi (261 posti), ai quali si sono aggiunti dal 19 dicembre al 3 marzo i 12 posti della Comunità di Sant’Egidio. Durante le quattro allerte meteo dello scorso inverno, sono stati aggiunti in tutto 125 posti. E oggi, passate le temperature rigide, delle persone accolte ne rimangono 80 ancora da accompagnare nel percorso di sostegno: per questa ragione, dal primo aprile scorso, la struttura Fantoni che era stata dedicata al Piano Freddo, ha aperto le sue porte per chi ha un reddito ma non riesce a sistemarsi in un alloggio autonomo, pertanto fino a novembre potrà contare su un posto letto a fronte di un contributo alle spese.
L’efficacia del Piano Freddo è stata garantita anche dalle nuove modalità di azione dell’Help Center che quest’inverno è diventato itinerante e ha operato direttamente in strada, permettendo agli operatori di intercettare le persone bisognose di accoglienza in modo più mirato. Ha fatto centro anche la casella email instrada@piazzagrande.it, aperta per raccogliere le segnalazioni dei cittadini sulle persone che dormono in strada: in quattro mesi, da dicembre a marzo, sono arrivati 1.338 messaggi, con un picco in gennaio (22 mail al giorno). La partecipazione dei cittadini è stata talmente alta che il Comune ha deciso di mantenere aperta la casella email per continuare a ricevere le segnalazioni di disagio e accrescere così la relazione tra gli operatori e la città.
Piano Freddo 2018-2019: i servizi attivati e le persone accolte
Delle 451 persone accolte durante il Piano Freddo, 398 sono uomini e 53 donne. La maggioranza (40%) ha un’età compresa tra 45 e 64 anni. La novità principale di quest’inverno ha riguardato l’Help Center che è diventato mobile: gli operatori sono usciti dall’ufficio per raggiungere le persone bisognose di accoglienza direttamente nei luoghi dove trascorrevano giorno e notte. Le uscite sono state guidate dalle segnalazioni da parte dei servizi, delle stesse persone senza dimora e dei cittadini attraverso la casella email. Le persone accolte erano per la maggior parte già conosciute dai servizi di prossimità. I casi non conosciuti sono stati messi in protezione rapidamente e sono state diverse le persone che non avevano mai accettato l'accoglienza e che durante l'inverno hanno cambiato idea e hanno accettato un posto all'interno delle strutture: è il frutto più prezioso della complicata e lunga attività di relazione che gli operatori portano avanti con queste persone. In generale, la situazione nelle strutture di accoglienza è stata serena, con un numero inferiore di allontanamenti rispetto agli anni precedenti. Il valore aggiunto ai servizi dell'Amministrazione è stato portato dalla grande rete di volontari che hanno supportato gli operatori nel monitoraggio in strada e hanno tra l'altro organizzato, quotidianamente, le cene nelle strutture.
Le novità
La ricchezza costruita durante il Piano Freddo dunque continua a dare frutti: delle persone inserite nei mesi invernali, 80 hanno la necessità di proseguire il percorso di accoglienza, per ragioni diverse. Per questo, il Comune ha individuato soluzioni sia per le persone anziane, sia per coloro che stanno lentamente costruendo la propria autonomia ma hanno ancora bisogno di essere accompagnate all’uscita dalla condizione di disagio che stanno attraversando. Le persone anziane verranno inserite all'interno di comunità alloggio e case famiglia, mentre le persone che hanno un reddito ma sono ancora senza casa, dal primo aprile fino a novembre saranno accolte dalla struttura Fantoni, riservata solo a loro. Chi può permetterselo, pagherà una quota per rimanere nella struttura. Si tratta di posti letto che permettono alle persone accolte di sperimentare una fase iniziale di autonomia accompagnata e monitorata, con la prospettiva, a novembre, di aver costruito le condizioni per uscire e andare a vivere in un proprio alloggio.
Tra le ultime novità c'è la nuova sede del Servizio sociale bassa soglia e dell'Help Center, che dal 18 marzo scorso si trovano in via Albani 2/10 e via Albani 2/2. Lo spostamento di sede ha consentito locali più ampi e accoglienti e una maggiore sinergia tra i due servizi. Il Servizio sociale bassa soglia non ha più l'accesso diretto: le persone già in carico vengono ricevute dagli operatori solo su appuntamento, una modalità di gestione migliore ed efficace. L'accesso diretto per le persone, nuove o già conosciute, viene svolto dallo sportello di Help Center che effettua una prima valutazione e predispone interventi rapidi e urgenti in base alle necessità delle persone. Lo sportello è aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18, e il sabato, domenica e festivi dalle 15.30 alle 18. Nei due servizi lavorano 11 assistenti sociali e 3 educatori.
Infine in questi giorni entra in funzione l'app di geolocalizzazione che agevola gli operatori nel lavoro in strada e attraverso la quale è possibile localizzare in tempo reale le segnalazioni dei cittadini. L'app è utilizzata dagli operatori del Servizio Città Prossima che durante le uscite inseriscono le informazioni sulle persone incontrate, sulle azioni svolte e sui luoghi monitorati.