Passeggiando per le vie del centro storico a tutti sarà capitato di passare per via Piella e scorgere una comitiva di turisti intenti a spiare dalla famosa “finestrella”. Sì, perché questa è diventata oramai una meta immancabile per chi visita la città ed è segnalata in tutte le principali guide.
Ma lo spettacolo del Canale di Reno che attraversa il cuore della città, nell’unico punto in cui emerge, è visibile solo di giorno. Partendo da questa osservazione e dalla volontà di valorizzare quello che è, in fondo, uno dei simboli del patrimonio storico-idraulico di Bologna Città d’Acque, i Consorzi dei Canali di Reno e Savena in Bologna, hanno deciso di realizzare un progetto d’illuminazione artificiale in grado di valorizzare questo luogo anche nelle ore notturne.
"Siamo molto contenti, afferma l'assessora all'Ambiente Valentina Orioli, per l'iniziativa che il Consorzio lancia quest'anno in occasione della Giornata mondiale sull'acqua, che si celebra tutti gli anni il 22 marzo, segno di un'attenzione costante alla rete dei canali e dei corsi d'acqua naturali cittadini, dal punto di vista della sicurezza ambientale, ma anche della loro valorizzazione turistica e non solo".
"Una bella idea di valorizzazione, prosegue l'assessore al Turismo e alla promozione della città Matteo Lepore, che ci allineerà alle altre grandi città europee che hanno già installazioni di questo tipo. L'idea nasce da un'approfondimento storico ed è proprio questo che mi piace, perché è quello che i visitatori ci chiedono sempre più di conoscere: la storia delle origini della nostra città".
I lavori inizieranno nel mese di ottobre, quando, durante il periodo di secca, non c’è acqua. L’inaugurazione del canale illuminato è prevista invece per dicembre.
Tenuto conto dell’importanza storica del sito, il progetto illuminotecnico intende valorizzare e sottolineare la presenza dell'acqua senza ricorrere a forzature ed enfatizzazioni. Sarà un intervento non invasivo, quasi pittorico, a bassa intensità di luce, che si avvarrà fondamentalmente del potere riflettente dell'acqua, distribuendo quasi morbide e rade pennellate sul canale nella direzione della corrente e creando un lieve riflesso e movimento di ombre sulla parte bassa delle facciate prospicienti, in corrispondenza dei vani cantina. I sottarchi dei tre ponti (su via Malcontenti, via Piella e via Oberdan), illuminati con profili a led sopra il pelo dell'acqua, raddoppieranno riflettendosi sulla superficie del canale. Nell'area del vecchio "Guazzatoio" saranno posizionati, in prossimità della facciata che si percepisce dall'affaccio Malcontenti, tre apparecchi illuminanti che ricorderanno le fiaccole ed evocheranno una vecchia tipologia d’illuminazione. Inoltre, per evocare la presenza delle lavandaie e l'attività molitoria, saranno proiettate immagini temporanee evocative del passato che interagiranno con lo spettatore, con l'obiettivo di condurre I'occhio del visitatore serale su alcuni punti focali in grado di raccontare la storia di questo luogo. Il progetto d’illuminazione artificiale site specific è curato dall’architetto Giordana Arcesilai.
Alcuni cenni storici
Le strade corrispondenti alle attuali vie della Grada, Riva di Reno, Capo di Lucca, Castiglione e Rialto fiancheggiavano i canali scoperti di Reno e di Savena. In questi spazi le attività della comune vita quotidiana convivevano con le attività lavorative. Fino ai primi decenni del XX secolo in questi canali molti attingevano acqua, lavavano i panni e gli animali, nuotavano incuranti delle ripetute proibizioni delle autorità. Già all’inizio del ‘900, ma soprattutto nel dopoguerra, furono coperti i tratti cittadini del canale di Reno ancora corrente, a cielo aperto, lungo le vie della Grada e Riva di Reno. Vennero risparmiati solo due brevissimi tratti, uno posto fra le vie Augusto Righi e Bertiera, l’altro fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca, rimasti unici testimoni di un paesaggio urbano scomparso.