Il Comune di Bologna accelera sul riconoscimento dei 42 chilometri di portici cittadini a patrimonio dell’umanità UNESCO. Il Sindaco Virginio Merola ha costituito un gruppo di lavoro tecnico che si occuperà della redazione del dossier che in due anni porterà la candidatura al responso finale del Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti di Parigi (ICOMOS).
Dal 2006 i portici di Bologna sono inseriti nella tentative list italiana dei siti candidati a diventare patrimonio mondiale UNESCO. In questi anni si è svolto un lavoro di studio e promozione del progetto che ha coinvolto tutta la città e ora i tempi sono maturi per sottoporre la candidatura alla fase finale di valutazione.
Per dare alla candidatura, in quest’ultima fase, la massima spinta verso il riconoscimento, il gruppo di lavoro tecnico si avvarrà della consulenza di LINKS Foundation, per la realizzazione del dossier. LINKS è un soggetto non profit che opera a livello internazionale nell’ambito della ricerca applicata ai settori dell’ingegneria e dell’architettura, focalizzandosi in particolare su tematiche territoriali e ambientali, oltre che di informazione e telecomunicazione. È specializzata in particolare nella redazione di piani di gestione, dossier di candidatura e progetti di valorizzazione e che ha già concluso positivamente alcune candidature, tra cui l'ultima del 2017 (Fortezze veneziane).
A settembre 2019 una versione preliminare del dossier sarà consegnata al Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac) che la invierà al Consiglio di Parigi e da quel momento inizierà la fase delle osservazioni. La consegna definitiva del dossier è prevista per febbraio 2020. Poi, nell'autunno dello stesso anno, seguirà la visita degli ispettori. Infine, a febbraio 2021, la città avrà il responso della commissione valutatrice.
Le candidature avanzate dall’Italia sono valutate con particolare severità da parte di ICOMOS e UNESCO. L’Italia infatti è il Paese con il maggior numero di siti UNESCO al mondo (54). La lista è sempre più selettiva, per ottenere un bilanciamento tra i siti europei ed extraeuropei. L’Italia può dunque presentare a Parigi una sola candidatura all’anno.
Per questo motivo, tra i 10 criteri per l’inclusione dei beni nella lista del Patrimonio Mondiale, il Comune sta lavorando in particolare su due:
- mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio;
- costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana.
Contestualmente si sta anche lavorando sulla definizione di "Eccezionale Valore Universale". Tra i valori eccezionali la presenza pervasiva dei portici in tutta la città, sia in centro storico che in periferia, la legislazione secolare, lo stato di conservazione e il loro uso quotidiano.
Ancora, le antiche origini architettoniche, a partire dalle antiche civiltà occidentali (greca e romana), il portico ha costituito infatti il luogo del riparo e del decoro per eccellenza, reso disponibile per tutta la comunità. Infine l’aspetto sociale: dal Medioevo a oggi i portici rappresentano il luogo dell’integrazione per eccellenza, dove gli spazi civili e religiosi, le abitazioni private, appartenenti a tutti i ceti sociali, sono perfettamente integrati.