Dopo una riunione delle Giunte di Comune e Città metropolitana, il Sindaco Virginio Merola ha firmato l’adozione del Piano della mobilità sostenibile (Pums) che definisce i progetti strategici della mobilità di Bologna metropolitana dei prossimi anni, frutto anche di un processo di partecipazione con cittadini, Comuni, Quartieri, Unioni di Comuni e stakeholder e guidato da un Comitato scientifico.
Il PUMS, il primo approvato in Italia, a livello metropolitano, immagina una Bologna metropolitana che nel 2030 sia accessibile, sostenibile e competitiva. L’obiettivo del Piano è arrivare al 2030 ad una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra da traffico: questo significa che 440.000 spostamenti in auto (su un totale di 2,7 milioni di spostamenti che ogni giorno avvengono nell’area metropolitana) dovranno essere effettuati su mezzi sostenibili, in particolare trasporto pubblico (+19%) e bici (+14%) e che a Bologna città il 70% degli spostamenti saranno a piedi, in bici o con il trasporto pubblico (il 60% nella città metropolitana).
Questi risultati saranno ottenuti attraverso un approccio fortemente integrato fra politiche urbanistiche e scelte territoriali, potenziamento dei servizi, infrastrutture di mobilità, politiche tariffarie, promozione della mobilità dolce, politiche di incentivazione e disincentivazione dei comportamenti di mobilità, nuovi servizi di smart mobility e connessione di tutti i nodi di accesso (stazione AV, aeroporto, caselli autostradali) con l’intera area metropolitana. Qui i tempi di realizzazione degli interventi.
Un pilastro del Pums è la nascita del Trasporto pubblico metropolitano, le cui linee principali erano già state approvate da Città metropolitana e Comune di Bologna il 7 marzo e che il documento finale approfondisce e sviluppa, basato su:
Biglietto unico metropolitano e integrazione tariffaria multimodale estesa a tutta la rete di trasporto pubblico in ambito metropolitano;
Potenziamento e ottimizzazione del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) con treni ogni 15 minuti in ore di punta e linee passanti (sulla S1: Porretta-Bologna-San Benedetto Val di Sambro – S2: Vignola-Bologna-Portomaggiore e S4: Ferrara-Bologna-Imola), che consentirà, per esempio, a un utente di prendere il treno a Sasso Marconi o a Casalecchio e scendere in una stazione SFM di Bologna come Mazzini o di arrivare a Pianoro diventando così una metropolitana di superfice. Il potenziamento dell’SFM passa anche dal raddoppio parziale della Porrettana, della Vignolese e della Veneta.
Potenziamento della rete portante urbana di Bologna, anche con l’introduzione del tram a partire dalla linea rossa (Borgo Panigale-Caab) la cui progettazione sarà consegnata a Roma a metà dicembre.
Metrobus. Potenziamento della rete portante metropolitana con l’individuazione di linee bus prioritarie caratterizzate da sistemi di velocizzazione del servizio (Bus Rapid Transit - BRT).
Rete bus extraurbana. Potenziamento e ottimizzazione della rete metropolitana per i collegamenti intercomunali e di adduzione alla rete portante, e i principali collegamenti trasversali tra Comuni.
Creazione di 30 Centri di Mobilità, punti principali di interscambio tra modalità di trasporto e creazione del nuovo Terminal area Fiera nel quale confluiranno le linee nazionali (Flixbus ecc.) per non congestionare l’area centrale della città. Nel terminal ci sarà interscambio anche tra tram, autostrada (uscita fiera) e grande parcheggio Michelino divenendo così il più importante punto di interscambio dell’Emilia-Romagna.
Biciplan metropolitano
Attualmente il 16% degli spostamenti effettuati in auto è inferiore al chilometro e il 33% è tra 1 e 5 km; ciò significa che questi spostamenti potrebbero essere compiuti a piedi o in bici se si garantisse a pedoni e ciclisti più spazi, sicuri e continui. Per questo il Pums prevede un biciplan metropolitano con 700 chilometri di nuove piste per oltre 150 milioni di euro di investimenti e una rete che consenta percorsi continui per la mobilità quotidiana oltre a un’importante rete cicloturistica. Per favorire la mobilità pedonale si vuole poi: riorganizzare lo spazio stradale per migliorare la sicurezza, tutelare l’utenza scolastica (anche tramite Percorsi Sicuri Casa-Scuola e l’istituzione di isole scolastiche temporanee), istituire nuovi ambiti a fruizione pedonale privilegiata e nuove pedonalizzazioni. Si passa inoltre dal concetto di “zone 30” a quello di “Città 30”, con velocità massima a 30 km/h nella rete urbana (esclusi gli assi primari). Ecco le mappe della rete ciclabile metropolitana e della rete dedicata al cicloturismo.
Bike sharing e Car sharing
Sulle politiche per una mobilità sostenibile e condivisa, Bologna ha già realizzato le prime azioni attivando i nuovi servizi Mobike, Enjoy e Corrente. La diminuzione dell’auto privata a vantaggio di modalità sostenibili passerà anche da meccanismi premianti, come il “bonus mobilità sostenibile” ai cittadini virtuosi e che rinunciano all’auto.
Lo stop ai mezzi privati più inquinanti, già previsto dal Pair regionale, avverrà nei prossimi anni anche con l’ausilio delle nuove tecnologie. Nascerà un’Area Verde nel Comune di Bologna, con una prima attuazione in via sperimentale di regole di limitazione degli accessi alle auto sull’intero territorio del centro abitato. Per la ZTL Centro Storico di Bologna, si prevede la progressiva inibizione a tutti i veicoli non rispondenti alle norme PAIR negando il rilascio del contrassegno ai veicoli non ambientalmente sostenibili.
Inoltre le flotte di bus, taxi, mezzi degli enti pubblici dovranno terminare la transizione verso l’elettrico: per questo dal 2020 i nuovi bus urbani saranno solo elettrici.
Infine si prevede lo stop alla costruzione di nuove strade metropolitane se non già inserite negli strumenti di pianificazione vigenti e la riqualificazione di quelle esistenti (con un investimento di 150 milioni di euro) con una particolare attenzione a evitare la concorrenza con le linee Sfm e a ridurre la congestione stradale.
I risultati attesi
Attraverso l’insieme di queste azioni e di queste politiche si vogliono raggiungere alcuni risultati che sono stati misurati anche in termini quantitativi: un aumento del 37% di passeggeri sul trasporto pubblico metropolitano; il raddoppio dei residenti che si verranno a trovare entro una distanza utile da stazioni e fermate; la riduzione del 12% delle percorrenze totali dei veicoli privati (-22% a Bologna città); +20% velocità media dei veicoli e -65% tratti stradali in congestione; per arrivare a ridurre del 70% le emissioni principali inquinanti entro il 2030.
Oltre a bike e car sharing già partiti in questi mesi a Bologna, altre azioni del Pums sono già in corso di realizzazione: le prime infrastrutture e l’attivazione di nuovi servizi sono previsti già entro 2 anni (2020): attivazione del servizio SFM 15’-15’ sulla linea S2A (Imola - Bologna); sperimentazione della prima linea Metrobus, progettazione del Terminal area Fiera e realizzazione dei Centri Mobilità di Imola e Castel San Pietro; realizzazione di 120 km di nuove piste ciclabili in città metropolitana e 37 km nel comune di Bologna; e ancora Bologna “città 30” e acquisto nuovi bus solo elettrici.