La lotta al bullismo passa anche da un campetto da basket. Nel giardino “Vittime di Marcinelle” di via Garavaglia, al quartiere San Donato, ne è stato realizzato uno nuovo, all'interno della collaborazione tra Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Quartiere San Donato, per prevenire il fenomeno della devianza giovanile e recuperare quei ragazzi che hanno comportamenti sfocianti in aggressività, vandalismo e bullismo.
Il nuovo campetto da basket è solo l'ultimo tassello di un progetto più grande, che ha coinvolto anche altri quartieri cittadini: Navile, Santo Stefano e San Vitale.
“Come Regione abbiamo finanziato con 30.000 euro il progetto del Quartiere per aiutare i ragazzi che hanno problemi: il nostro impegno è rafforzare le nostre comunità a partire dai più giovani”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione, che ricorda come, dal 2010, “la Regione ha investito sul territorio bolognese 745.000 euro che hanno permesso interventi per oltre un miliardo di euro per telecamere, formazione della Polizia Municipale, riqualificazione di zone degradate, sostegno all’associazionismo. A questi progetti si affiancano quelli destinati alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose e alla diffusione della cultura della legalità che abbiamo realizzato insieme al Comune e alle Scuole come, ad esempio, il liceo Minghetti, o associazioni come Libera e l’Arci”.
“Il fenomeno della devianza giovanile di gruppo sta interpellando istituzioni e famiglie in modo dirompente. L’accordo di programma – afferma Simone Borsari, Presidente del quartiere San Donato – dimostra la volontà di superare la frammentarietà degli interventi e di uscire dalla logica dell’emergenza sul tema delle politiche per gli adolescenti, nel segno della collaborazione tra le istituzioni, ma anche all’interno delle diverse articolazioni del Comune. Questo strumento ha permesso sia di migliorare la conoscenza delle dinamiche comportamentali delle aggregazioni giovanili problematiche nei nostri territori, sia di ottimizzare lo scambio di informazioni e la condivisione degli interventi tra gli educatori e le Forze dell’ordine, sia di sviluppare percorsi di sensibilizzazione sui temi del rispetto dei luoghi, delle cose e delle persone con cui i ragazzi vengono a contatto, promuovendo la loro riconciliazione col resto della comunità. A volte i ragazzi sono stati anche diretti protagonisti della riqualificazione del territorio, come quando abbiamo concordato con loro la realizzazione del campetto da basket e la realizzazione di opere artistiche su alcuni muri ed arredi urbani. C’e’ ancora molto lavoro da fare, soprattutto sul tema del coinvolgimento delle famiglie, ma siamo sulla strada giusta, che va percorsa dando continuità allo strumento dell’accordo di programma e soprattutto alle buone pratiche che questa esperienza ha consentito di sviluppare”.