Dal 25 ottobre al 5 novembre sotto le Due Torri torna Gender Bender, il festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, prodotto dal Cassero e dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere nella cultura e nelle arti contemporanee, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione.
Con più di 100 appuntamenti in 12 giorni, in oltre 20 spazi della città e un numero davvero significativo di prime nazionali ed europee Gender Bender presenta un’ampia offerta di film, incontri e spettacoli con una sezione importante, ormai consolidata, di proposte formative, che trasformano il festival in un’esperienza attiva e coinvolgente, in grado di concretizzare sul territorio e non solo il suo lascito di competenze, idee e innovazione.
Difficile raccontare un programma così articolato e fitto di appuntamenti che accoglie per la sezione danza i virtuosismi ironici e inaspettati di Silvia Gribaudi, le esplorazioni sensoriali di Igor & Moreno, le ricerche sul femminile di Andreas Constantinou, i rimandi alla lotta greco-romana di Carlos Pons Guerra, la genialità indomita di Liz Aggiss, i danzatori della compagnia ceca Dot504 e il Balletto di Roma con le tre giovani coreografe Giorgia Nardin, Chiara Frigo e Francesca Pennini e ancora il coreografo austriaco Simon Mayer, Dana Michel, Fabrizio Favale, Giorgia Nardin e Floor Robert. Molte commedie, ma anche molte storie emozionanti e toccanti nella sezione cinema che presenta anche una selezione di documentari. Da non perdere A quiet passion il ritratto dedicato dal regista inglese Terence Davies alla poetessa americana Emily Dickinson, interpretata da Cinthya Nixon, England is mine sulla giovinezza di Morrisey, futuro leader di The Smiths e Lola Pater, il film dell’algerino Nadir Moknèche, interpretato da Fanny Ardant.
Diverse importanti presenze annovera infine la sezione Conversazioni, a partire da quella di Selene Zorzi, teologa ed ex benedettina, autrice del volume dal titolo Il genere di Dio, la Chiesa e la teologia alla prova del gender, passando per Giovanna Zapperi, Walter Siti, Giulia Gianni e Julie Maroh.
Anche quest'anno Gender Bender porta a Bologna, con il sostegno del Comune, uno dei progetti culturali più interessanti in ambito internazionale nel campo della danza, del cinema, delle arti visive e performative. La qualità artistica del programma offerto e il crescente impegno territoriale sulle tematiche affrontate dal festival ha portato come conseguenza un ampliamento delle partnership, a cui si sono aggiunti alcuni importanti soggetti privati del territorio come Coop Alleanza 3.0, Granarolo e Confcommercio Ascom Bologn
Infine ricordiamo che tra i molti riconoscimenti che il festival ha ricevuto negli anni, se ne aggiunge uno: Gender Bender è stato, infatti, selezionato da una giuria internazionale tra i 26 migliori festival internazionali, finalisti dell'Effe Award 2017/2018, l'iniziativa dell'European Festivals Assocation, cofinanziata dall'Unione Europea.