Da giovedì 21 a sabato 23 maggio Bologna ospita l'ottava edizione di Divergenti, festival internazionale di cinema trans, per la direzione artistica di Mario Di Martino. Si tratta del primo e unico festival cinematografico in Italia dedicato specificamente al tema del transessualismo/ transgenderismo e identità di genere, “un appuntamento prezioso nell'economia culturale della città – afferma l'assessore alla Cultura Alberto Ronchi- per la sempre altissima qualità delle pellicole presentate e per il valore intrinseco legato alla difesa dei diritti di tutte le persone”.
Ideato e realizzato dal MIT Movimento Identità Transessuale, l'associazione diretta da Porpora Marcasciano che dal 1981 difende e tutela i diritti, il benessere e la dignità delle persone trans, Divergenti propone quest'anno un programma internazionale, per rendere visibile l'immaginario e l'esperienza Trans.
Un “brindisi favoloso” e aperto a tutti accompagnerà il 21 maggio l'inaugurazione del festival, nel cortile del MIT, in via Polese, a partire dalle 19 e poi, dal giorno seguente, le proiezioni dei sette film in programma, tutte al Cinema Lumière, a partire da Una nobile rivoluzione, il film di Simone Cangelosi, che traccia un ritratto intenso e allo stesso tempo delicato di Marcella Di Folco, fondatrice nel 1988 a Bologna della sezione emiliano romagnola del MIT, importante figura politica, ma anche attrice amata da registi del calibro di Fellini, Rossellini e Petri. Sempre italiani i documentari Favolose!, di Roberta Ferraro e Luca Oliviero che riporta i corpi, le voci e i racconti dell’unico concorso di bellezza trans in Italia e Chi vuoi che sia, di Davide Vigore, racconto della vita di Maxximona nel quartiere palermitano di Ballarò e dei simpatici cortocircuiti che genera.
E proprio Maxximona, quest'anno madrina di Divergenti, sarà presente in sala per la proiezione.
Tra le produzioni internazionali invece Quebranto del messicano Roberto Fiesco, un poetico e pluri premiato ritratto familiare con ricordi e testimonianze di Fernando García, ora Coral Bonelli, attore bambino famoso negli anni Settanta, e di Doña Lilia Ortega, sua madre; Beautiful Darling dell'americano James Raisin che per primo approfondisce e racconta la storia di Candy Darling, icona trans warholiana, vera celebrità degli anni magici dello Studio 54 e della Pop Culture a cui è dedicata l'immagine di questa edizione del festival. E poi ancora Kumu Hina, il potente racconto che ha per protagonista un onorata e rispettata insegnate donna transgender hawaiiana e The Pearl of Africa progetto volto al sostegno delle comunità LGBT in Uganda che narra i viaggi e le problematiche della prima trans dichiarata ugandese.