Il gioco d'azzardo può diventare un problema serissimo, una patologia dalla quale però si può uscire. Per capire come fare e per sapere a chi rivolgersi, parte un ciclo di appuntamenti di sensibilizzazione su questo tema. Il titolo del ciclo di incontri è "L'azzardo non è un gioco" e comincerà con due appuntamenti al quartiere San Donato-San Vitale. Poi saranno organizzati almeno due incontri per ogni quartiere. Il ciclo di appuntamenti è previsto dal piano di contrasto delle ludopatie approvato con una delibera di Giunta regionale a dicembre 2017.
Secondo appuntamento martedì 27 marzo alle 15 al centro sociale Ruozzi di via Castelmerlo 13, sempre al San Donato-San Vitale. Apriranno i lavori il presidente del Quartiere Simone Borsari e la Consigliera di fiducia del Sindaco per la Legalità, Giulia Di Girolamo. Interverranno le esperte: Grazia Pecorelli, medico di Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza al Policlinico Sant’Orsola Malpighi, che coordina la commissione politiche sanitarie e socio-sanitarie del Consiglio del quartiere; Mirella Felice responsabile Clinico del PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per il GAP (Gioco d'Azzardo Patologico) del DSM-DP Dipartimento Salute Mentale- Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Bologna; Claudia Bianchi, responsabile del Gioco d’azzardo per Open Group; Ilaria Pietrafesa referente dei Progetti Prevenzione di Open Group e Alberto Sondo, referente Progetti Prevenzione de La Carovana.
Il Comune, in collaborazione con l'Azienda USL, conferma un impegno sempre più incisivo nella prevenzione e nel contrasto del gioco patologico, in attuazione del Piano di Prevenzione regionale e in vista dell'approvazione del nuovo Regolamento comunale per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito, delibera già proposta dalla Giunta al Consiglio comunale a fine febbraio in applicazione della legge regionale. Il regolamento imporrà maglie consistentemente più stringenti a sale gioco, scommesse e presenza di apparecchi nei locali pubblici, prevedendo sale gioco lontane almeno 500 metri dai luoghi sensibili e, per gli apparecchi esistenti nei locali pubblici, l'installazione solo fino alla scadenza della concessione.
L’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche dell’Asl di Bologna ha indicato che tra il 2009 e il 2016 il numero di persone che si sono presentate ai SerT per problemi dovuti al gioco è aumentato in modo esponenziale, da 32 casi nel 2009 a 183 casi nel 2016. E’ ovviamente solo la punta dell’iceberg di un fenomeno diffuso che oggi è sempre più trasversale e che incide in modo significativo anche sulle donne. Per arginare questo fenomeno la Regione Emilia-Romagna ha stanziato 3 milioni e 712 mila euro per il periodo 2017-2018 destinati per il 70% a interventi di prevenzione e per il resto ad assistenza e cura delle persone dipendenti dal gioco d'azzardo patologico (GAP).