Matilde di Canossa morì il 24 luglio 1115, esattamente nove secoli fa. Dapprima fu sepolta in San Benedetto in Poltrone (San Benedetto Po), ma successivamente nel 1633, per volere del papa Urbano VIII, la sua salma venne traslata a Roma in Castel Sant'Angelo. Infine solo dodici anni dopo, nel 1645 i suoi resti furono posti in una tomba accanto a quelle dei papi nella Basilica di San Pietro; solo ad altre due donne è stato poi concesso un tale onore: regina Cristina di Svezia e la polacca Maria Clementina Sobieski, consorte di Giacomo Francesco Edoardo Stuart. La sua tomba, scolpita dal Bernini, è detta Onore e Gloria d'Italia.
La morte di Matilde di Canossa e la nascita del Comune di Bologna
Si ritiene che l'origine del Comune di Bologna sia strettamente legata alla scomparsa di Matilde di Canossa. Dal 1111 l’imperatore l’aveva riconosciuta “regina d’Italia” e l’aveva nominata “vicaria imperiale”. La notizia della sua morte fu probabilmente la causa principale di una ribellione dei bolognesi contro i funzionari imperiali che giunse a distruggerne il palazzo (nel sito del Palazzo Ghisilardi, attuale sede del Museo civico Medievale). Quando nove mesi dopo Enrico V si presentò di nuovo al di qua delle Alpi, la comunità cittadina, nel timore di subirne la punizione, decise di inviargli una delegazione per chiederne il perdono. La delegazione condotta dai giuristi Alberto Grasso e Ugo di Ansaldo e composta da Azzo, figlio di Azzo, Witerno, figlio di Carbone, e Rolando, suo nipote, Bono de Tegerio e Dondidio, suo figlio, Guido di Beatrice, Pietro di Leone e Pietro chierico di Seraglio, raggiunse la corte imperiale a Governolo nel Mantovano. Alla richiesta del perdono ne furono aggiunte molte altre. La loro totalità non ci è nota e quindi nemmeno l’eventuale parte di prerogative non riconosciute, ma l’evidente accondiscendenza che l’imperatore dimostrò emanando il suo diploma fu probabilmente motivata dalla volontà di garantirsi la fedeltà dei bolognesi in un momento non facile della sua vicenda politica. Egli concesse la protezione imperiale su tutti i beni mobili e immobili da loro posseduti; con conseguente tutela dei loro patrimoni e dei loro commerci; l’esonero dalle imposte indirette; la libertà di transito senza oneri di pedaggi sulle vie pubbliche fluviali e terrestri, in particolare per la navigazione sul Po; riconobbe tutte le antiche consuetudini, compresi i possessi di alcuni beni comuni posti al limite delle paludi della pianura a nord est della città; attribuì la facoltà di vietare interventi sull’alveo del Reno che potessero comprometterne la navigabilità; ammise che potessero vietare ai mercanti toscani di portarsi a nord della via Emilia, tranne che per le fiere della Domenica delle Palme e di S. Martino; fissò un tetto di 100 lire veronesi per l’imposta che si doveva all’imperatore in occasione delle sue permanenze in città; confermò il divieto per i conti di riscuotere qualsivoglia imposta feudale dai coloni delle loro terre; riconobbe l’esonero da ogni procedimento giudiziario per i bolognesi che militavano nell’esercito imperiale, se non per reati commessi durante la ferma. Chiunque avesse infranto quegli accordi avrebbe dovuto pagare una somma di 100 libre d’oro purissimo, spettante per metà al sovrano per metà ai concives bolognesi. A conclusione l’imperatore concedeva ai bolognesi il perdono per l’offesa arrecatagli con l’assalto al palazzo dei suoi funzionari. Il diploma che registrava queste concessioni, sottoscritto da Warnerius iudex (Irnerio) il 15 maggio 1116, ebbe come testimoni di parte imperiale i componenti del seguito del sovrano, costituito da grandi feudatari, vassalli matildici, giudici e anche Uberto, conte di Bologna. La copia del Diploma che venne poi considerato la base di legittimazione dell’organizzazione comunale - in pratica l’atto di nascita del Comune di Bologna - è conservata nell'Archivio di Stato di Bologna, ed è il primo documento riportato nel Registro Grosso, il volume in cui nel Duecento si raccolsero tutti i documenti che attestavano i diritti del Comune.
Gli eventi in ricordo di Matilde di Canossa e del suo tempo
Mentre si va preparando il programma delle celebrazioni del IX Centenario del Comune di Bologna, con una serie di conferenze viene ricordata la figura di Matilde di Canossa, il suo contesto storico, i suoi rapporti con la comunità bolognese e la sua influenza diretta e indiretta sulla genesi delle due più importanti istituzioni cittadine: lo Studium e il Comune.
L'evento di apertura dedicato a questa grande protagonista della storia è stata una lectio magistralis di Paolo Golinelli, docente dell'Università di Verona e massimo esperto di studi matildici, dal titolo "Matilde di Canossa: l'attualità di una donna di potere di 900 anni fa", che si è tenuta nel mese di marzo nella prestigiosa sede della sala del consiglio del Palazzo Comunale.
Una serie di altre conferenze, a cura di docenti dell'Università di Bologna, esperti medievisti, si sono svolte nel corso della primavera nella cappella Farnese di Palazzo d'Accursio: “Matilde figlia del mito. Una cavalcata attraverso i secoli”, Glauco Maria Cantarella; “Matilde di Canossa e le origini dello Studio di Bologna: la storia e il mito”, Francesca Roversi Monaco; “Matilde e le altre. Donne nel Medioevo”, Maria Giuseppina Muzzarelli.
Nuovi interessanti appuntamenti, legati alla figura di Matilde, seguiranno nei prossimi mesi.
Un altro ciclo di conferenze: la prima di Carlo De Angelis il 22 settembre alle 17, su "La rocca imperiale e la sua distruzione";
la seconda il 6 ottobre, sempre alle 17, a cura di Eugenio Riversi, “Gli specchi di Matilde. La contessa nelle fonti storiografiche e letterarie”.
Domenica 18 ottobre alle 16 nella sala Stabat Mater dell'Archiginnasio Paolo Golinelli presenta un volume con i testi e le traduzioni dei documenti matildici
Sabato 24 ottobre alle ore 16 nel Teatro Don Orione "Matilde di Canossa tra spada e preghiera", spettacolo teatrale dell'Associazione "Castelli in aria".
Poi un convegno in dicembre a conclusione dell'anno celebrativo, sul tema dei rapporti tra Matilde e le città, e una mostra dei lavori delle scuole partecipanti al concorso “Contessa e Regina. Matilde di Canossa a novecento anni dalla morte” promosso dal Centro Internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna, rivolto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie inferiori e superiori della città di Bologna, della Provincia e della Regione Emilia-Romagna.
Le manifestazioni per il IX Centenario della morte di Matilde di Canossa e della nascita del Comune di Bologna sono coordinate dal Rolando Dondarini.