Lavoro, salute, diritti delle donne e prevenzione della violenza, sono i temi al centro della discussione della commissione Parità e pari opportunità del Comune, che nella seduta di mercoledì 12 ottobre ha discusso un ordine del giorno di adesione al Protocollo d'intesa che darà attuazione alla Legge regionale per la parità (l.r. n.6/2014), presentato dalla consigliera Federica Mazzoni.
Ad illustrare aspetti e finalità del Protocollo è intervenuta Roberta Mori, presidente della commissione Pari opportunità della Regione Emilia-Romagna e tra gli artefici della Legge regionale.
L'assessora comunale alle Pari opportunità e differenze di genere, Susanna Zaccaria, ha evidenziato che “il Comune di Bologna è impegnato sin dagli anni Novanta nella lotta alla violenza sulle donne, con convenzioni, sovvenzioni e collaborazioni con le realtà operanti sul territorio bolognese”.
Se è ancora difficile far emergere altri aspetti della discriminazione di genere legati al lavoro, ad esempio quante sono le donne che dopo la maternità subiscono mobbing e abbandonano il lavoro, sottostimato è anche il dato sulle violenze domestiche: per l'Istat, solo il 7% delle donne che subiscono violenza si rivolgono ai Centri antiviolenza. “A Bologna - ha rivendicato l'assessora Zaccaria - la percentuale è molto più elevata, perché questi centri accolgono circa 700 donne l'anno”.
La presidente della Commissione comunale Parità e pari opportunità Roberta Li Calzi, e la consigliera Federica Mazzoni, hanno sottolineato che “rendere omogenee le politiche antidiscriminatorie consentirà di lavorare in un'ottica di sistema. Dare spazio ai diritti emancipativi sarà la leva per scalzare i fenomeni della discriminazione di genere e della regressione culturale, terreno fertile di violenza, sfruttamento e femminicidi”.
Alla luce delle misure previste dalla legge sono tante le azioni che ogni livello istituzionale potrà intraprendere nel proprio ambito, aderendo al Protocollo attuativo. Tra le novità più importanti, la Regione intende istituire un Osservatorio per raccogliere e incrociare i dati di soggetti diversi (Ausl, Ministeri, Enti locali) e monitorare l'entità dei fenomeni discriminatori e l'adeguatezza delle azioni volte a contrastarli. Il Comune di Bologna adotta già un importante strumento per la lettura delle risorse come il Bilancio di genere, ma molto altro può essere messo in campo, ad esempio in termini di sostegno a donne e famiglie con una bassa fascia di reddito. Il tema è trasversale e strettamente legato con quelli del lavoro, dell'imprenditoria femminile e delle cure sanitarie. Per questo la commissione si è riunita in seduta congiunta con le commissioni “Istruzione, cultura, giovani, comunicazione" e "Sanità, politiche sociali, sport, politiche abitative”.