Salvaguardia dei servizi educativi e scolastici, così come di quelli socio-assistenziali, e tariffe bloccate. Conferma dell'aliquota del 3,3 per mille e delle detrazioni, così come previste lo scorso anno, per l'aliquota TASI per la prima abitazione. Riduzione delle spese e aumenti il più contenuti possibili delle imposte per i cittadini, che auspichiamo possano essere significativamente ridotti in corso d'anno in base ai risultati del confronto con il Governo nazionale su temi specifici.
Sono questi i punti cardine del Bilancio 2015, che il Consiglio comunale ha approvato giovedì 26 marzo e che la vicesindaco Silvia Giannini ha definito “dinamico, proprio perché auspichiamo che possa essere corretto, in senso migliorativo, in corso d'anno”.
Potranno ora partire – in anticipo rispetto agli anni precedenti - gli investimenti per la città, tra cui 15 milioni di euro di lavori pubblici e manutenzione.
Presentando il Bilancio 2015 la vicesindaco ha confermato “il quadro preoccupante: 54,4 milioni di risorse in meno, rispetto al 2014, quasi l'11% del bilancio, di cui più di 40 milioni direttamente o indirettamente imputabili a provvedimenti statali. Si tratta di tagli vari di risorse statali e del Fondo di solidarietà comunale, per un importo stimato in 34,1 milioni, e di una riduzione di 7 milioni degli accertamenti per sanzioni per violazione del codice della strada, a seguito di un provvedimento sempre di natura nazionale (lo sconto del 30% se il pagamento avviene entro 5 giorni dalla notifica)”.
Per riequilibrare questa situazione “le uscite previste si riducono di 23 milioni di euro, di cui 12,7 milioni per la riduzione di "Consumi specifici" e altre spese e 10,3 milioni per minori accantonamenti al FCDE (a cui viene accantonato il 55% degli importi, invece che il 100%); le entrate aumentano di 31,4 milioni, di cui 15,6 milioni di entrate tributarie (addizionale Irpef, IMU, Tari)”, spiega ancora la vicesindaco.
Resta il fatto che “i cittadini e le imprese bolognesi versano un ammontare complessivo di IMU ben superiore a quella che resta sul territorio locale e ciò perché l'IMU sugli immobili di Categoria D, fino ad aliquota del 7,6 per mille viene incassata direttamente dallo Stato. Ulteriori 57,8 milioni circa sono trattenuti alla fonte, sempre dallo Stato, per alimentare il Fondo di solidarietà comunale dal quale Bologna riceve solo 18,2 milioni, lasciando così quasi 40 milioni a beneficio di altri Comuni – aggiunge Giannini - Quando la giunta si è insediata, il Comune di Bologna riceveva 99 milioni di Fondo sperimentale di riequilibrio (e c'era ancora anche la compartecipazione IVA), adesso il saldo netto tra quanto il Comune dà al Fondo e quanto riceve è negativo per quasi 40 milioni. Siamo in una sorta di "federalismo rovesciato", in cui il Comune funge da collettore di imposte per lo Stato o per le necessità di riequilibrio sul territorio nazionale”.
Per cambiare in corso d'anno il Bilancio il Comune di Bologna conferma il suo impegno ed è sempre attivo nel confronto con il Governo “non solo per rivendicare almeno i 625 milioni di euro che lo scorso anno erano stati stanziati a fronte del tetto posto dallo Stato all'aliquota TASI (3,3 per mille, inclusivo dell'addizionale dello 0,8 per mille destinato a detrazioni), ma anche per fare proposte su come procedere verso un sistema federale ordinato e coerente, che premi e non penalizzi i Comuni che prestano servizi in modo efficiente e che tenga conto dei servizi offerti a livello locale in supplenza dello Stato, come quelli educativi e scolastici, che a Bologna valgono un quarto del bilancio”, aggiunge ancora Giannini.
Per quanto riguarda infine gli investimenti anche nel 2015 “l'Amministrazione farà un grande sforzo per mantenerli il più elevati possibile. L'impegno diretto previsto dal Comune è di circa 60 milioni, per nuove spese di investimento nel 2015”, conclude la vicesindaco.