La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale alle culture, per combatterla occorre lavorare in rete per promuovere la libertà di scelta delle donne e la loro indipendenza economica e sociale. Queste le basi condivise dagli organizzatori della biciclettata: Biciclettiamo con e per le donne, lanciata prima a Milano e ora a Bologna dall’associazione Progetto Aisha, un gruppo di donne che aiutano altre donne vittime di violenza, maltrattamento e discriminazione.
L’appuntamento è domenica 15 aprile con ritrovo alle 14.30 in piazza XX settembre e partenza alle 15. Il percorso si snoderà lungo i viali Masini e Pichat per rientrare in centro dalle vie Belmeloro, Zamboni, Castiglione, Farini, dell’Archiginnasio fino a piazza Maggiore, per proseguire poi in via IV novembre, piazza Galileo, vicolo Sant’arcangelo, via Volto Santo, di nuovo IV novembre, Cesare Battisti, Ugo Bassi, Insipendenza con arrivo in piazza XX settembre.
Da Dynamo velostazione è possibile anche noleggiare gratuitamente una bicicletta mandando una mail a: info@comunitaislamica.bo.it
Oltre a Progetto Aisha, i promotori della biciclettata, patrocinata da Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna sono: la Comunità Islamica di Bologna, i Giovani Musulmani d’Italia, la società cooperativa Passi, l’Unione Mamme Musulmane Italiane, l’associazione Studenti Musulmani Bologna e Islamic Relief Italia.
Nell’appello degli organizzatori si legge: “La biciclettata intende ribadire il concetto secondo cui le donne siano in primis dei soggetti autonomi, liberi, e aventi gli stessi diritti degli uomini. Attraverso la biciclettata si vuole promuovere l’empowerment femminile attraverso un mezzo, come quello della bici, che dà effettiva autonomia mobile e libertà di azione alle donne e che, inoltre, le integra nel contesto sociale e sportivo in cui vivono. Questa iniziativa vuole essere una manifestazione gioiosa di uomini, donne, bambini e famiglie per celebrare non solo l’importanza della donna nel nucleo familiare ma anche nella società.
La biciclettata vuole altresì scardinare il pregiudizio secondo cui la donna musulmana sia sottomessa all’uomo, che sia rinchiusa in casa e che non possa uscire senza la presenza di un uomo accanto. L’invito è rivolto a tutta la cittadinanza bolognese, alle istituzioni bolognesi, alle realtà associative giovanili e che lavorano per e con le donne, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle famiglie, e alle comunità religiose. Perché abbiamo scelto la bici? Perché è un segno di emancipazione, autonomia, libertà, sport e integrazione”.
Sono numerose e trasversali all’associazionismo femminile, sportivo, dei e delle migranti e religioso le adesioni arrivate: Cefa, Salvaiciclisti, Uisp, associazione Orlando, Noi siamo chiesa, associazione Da’wa, Italiani senza cittadinanza, International Women’s Forum of Bologna, Figlie di Abramo, associazione Enea e tante altre.