Conferenze, proiezioni, performance, letture poetiche e, soprattutto, mostre: dal 24 gennaio, in occasione di Arte Fiera, Bologna presenta ART CITY, un'invasione di iniziative di grande qualità e, in molti casi, capaci di rinnovare lo sguardo sulle collezioni e sul patrimonio artistico permanente della città.
Non credo che la piattaforma di ART CITY debba essere intesa come un'invenzione sorprendente; spero, piuttosto, che sia accolta come una necessaria presa d'atto. Ovviamente c'è tanto da programmare, gestire, coordinare, ma – tutto sommato – si tratta semplicemente di valorizzare quel che già si fa.
La forza di un tale progetto si fonda, invece, sul desiderio di adesione, sulla voglia di compartecipare, sul riconoscimento di un terreno comune che è l'arte. Si tratta di un raro caso in cui si è uniti per passione e per interesse, per vocazione e per consolidare l'eccezionalità di Bologna nelle giornate dell'arte moderna e contemporanea. In molte città del mondo esistono oggi rassegne analoghe, ma la Fiera di Bologna ha puntato su un elemento strategico che la rende diversa. Qui l'arte è diventata popolare: tutta la città partecipa alla sua celebrazione per un diffuso senso del valore della cultura e avvantaggiandosi di un felice impianto urbanistico.
Accade, così, che la contemporaneità trovi il proprio teatro ideale nella città storica, che gli interventi degli artisti possano disseminarsi e trarre linfa nel contesto in cui si collocano. Tutto contribuisce a una gioiosa festa e un raffinato programma che accompagnano un felice stile di vita. Su queste basi c'è la possibilità di rafforzare elementi identitari e politiche di sviluppo economico. E, a ben vedere, tutto ciò non corrisponde a quel che si dice sempre dell'Italia? Non ci ripetiamo che si dovrebbe investire di più e meglio sul nostro patrimonio culturale e sulle fortune artistiche, paesaggistiche, ambientali, gastronomiche? Non è che tutti insieme - anche con il contributo dei media e di chi ci aiuta a comunicare un tale spirito - stiamo forse facendo quel che sappiamo di poter e dover fare?
Pertanto: può ART CITY aspirare a essere un esempio e a contagiare delle sue motivazioni qualcosa che ci appartiene in modo profondo e che dovrebbe ricevere attenzione per ben più di tre giorni?
Gianfranco Maraniello
Direttore Istituzione Bologna Musei