Arrivi e partenze, Bologna “porto di terra”: attrae nuovi cittadini che abbassano l'età media e alzano il livello di istruzione

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Nel quinquennio 2011-2015 hanno preso la residenza a Bologna in tutto oltre 75.300 persone e si sono cancellati dai registri anagrafici più di 52.800 individui: il saldo migratorio dunque è risultato positivo per oltre 22.500 unità. Un segno più che conferma quanto il movimento migratorio sia indispensabile per evitare il calo numerico di residenti, per immettere giovani che arginano l'inevitabile innalzamento dell'età e anche per arricchire il “capitale umano”: chi arriva in città, infatti, per la maggior parte è giovane ed è mediamente più istruito della popolazione bolognese. I numeri sfatano anche il mito dell'immigrato straniero: il 60% di chi sceglie di venire ad abitare in città è infatti italiano.
Le Due Torri confermano dunque la propria forte capacità di attrarre nuovi residenti: Bologna appare sempre più come un grande porto di terra che conquista cittadini in arrivo da lontano e in molti casi li redistribuisce all'interno della città metropolitana. La fotografia è stata scattata dall'Ufficio comunale di Statistica che nello studio ribattezzato “Arrivi e partenze” ha analizzato il movimento migratorio dei cinque anni tra il 2011 e il 2015 facendo emergere gli aspetti fondamentali del profilo demografico e socio-economico delle persone che decidono di raggiungere la nostra città e di quelle che la lasciano. Bologna è infatti al centro di un complesso sistema di scambi migratori che non è sempre a senso unico: negli ultimi anni infatti è aumentato il numero, peraltro ancora relativamente contenuto, dei giovani bolognesi che hanno scelto di trasferire la loro residenza all'estero.

Dal 1996 a Bologna gli immigrati superano gli emigrati
L'andamento demografico è il risultato di due componenti: il saldo naturale, cioè la differenza tra nati e morti, che a Bologna è negativo da lungo tempo, e il saldo migratorio, cioè la differenza tra iscritti e cancellati nell'anagrafe dei residenti. In città si è passati da un saldo migratorio negativo nei primi anni Novanta a valori positivi a partire dal 1996: da allora il segno non è più cambiato. Anche durante il quinquennio 2011-2015 il valore positivo del saldo migratorio (+25.509) ha più che compensato quello negativo del saldo naturale (-7.912). E' solo grazie al saldo migratorio dunque se la popolazione bolognese ha conosciuto un incremento che l'ha portata a fine 2015 a 386.663 unità. Se togliamo dal saldo migratorio le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche d'ufficio, cioè le semplici regolarizzazioni di cittadini in merito all'effettivo possesso dei requisiti necessari per la concessione o il mantenimento della residenza, il saldo migratorio vero e proprio dei cinque anni considerati dallo studio ammonta a 22.515 cittadini in più, ed è il dato cui si fa riferimento nell'analisi. Il saldo migratorio complessivo, cioè le 22.515 unità, è composto per l'80% da cittadini stranieri (18.239) e per il 20% da italiani (4.276). In realtà se si osservano le due componenti che determinano i saldi (immigrati ed emigrati) si nota che esiste un ricambio molto maggiore per gli italiani (quasi 90.000 movimenti tra arrivi e partenze) rispetto agli stranieri (circa 41.000).

Il profilo di chi arriva
Ecco la carta di identità di chi sceglie di venire a vivere sotto le Due Torri: sono giovani, per la maggior parte celibi o nubili, hanno un grado di istruzione elevato e 6 su 10 sono italiani. Gli immigrati nel quinquennio 2011-2015 sono stati complessivamente 75.373 con una media di circa 15.100 all'anno. Maschi e femmine sostanzialmente si equivalgono: rispettivamente 50,4% (38.019) e 49,6% (37.354). Più della metà sono giovani: uno su quattro ha meno di 24 anni e il 37% ha un'età compresa tra i 25 e i 34 anni. La fascia dei giovanissimi (under 24) è più elevata per gli stranieri (33% contro il 20% di italiani). Il 72,4% è celibe o nubile, un dato che si può motivare senz'altro con la giovane età prevalente nei movimenti migratori. L'assenza di un nucleo familiare in così tanti casi non può che avere conseguenze anche sull'ulteriore riduzione della dimensione media familiare, già molto bassa in città (attualmente 1,86 componenti in media). Per quanto riguarda la nazionalità, 6 su 10 sono italiani (45.776 contro 29.597). Il flusso di immigrati dall'Italia proviene in primo luogo da zone limitrofe (il 35,9% viene dall'Emilia-Romagna e di questi il 27% dall'area metropolitana di Bologna), ma è alta la percentuale di chi arriva dal Sud Italia e dalle isole (22,8%). Il “guadagno” dal Sud e dalle isole (soprattutto Puglia, Campania, Calabria e Sicilia) è stato di quasi 11.000 persone nei cinque anni analizzati dallo studio. Se guardiamo solo agli stranieri, la maggior parte (41,8%) sono europei, il 33,6% asiatici e il 18,4% africani. La cittadinanza più numerosa in assoluto nel quinquennio 2011-2015 è rappresentata dai rumeni (gli arrivi in tutto sono 4.741). Quanto all'istruzione di chi arriva, il 28,7% ha una laurea, il 33,4% un diploma di scuola superiore, il 22% la licenza media. Chi arriva dunque è mediamente più istruito della popolazione bolognese.

Bologna è attraente per laureati e lavoratori
La capacità attrattiva delle Due Torri emerge chiaramente dall'analisi dei flussi in entrata disaggregati per titolo di studio e condizione professionale. I dati per titolo di studio degli immigrati appena citati rivelano come il processo migratorio abbia portato in città prevalentemente persone con un livello educativo medio-alto. La percentuale di residenti con un alto livello di scolarizzazione viene dunque a conoscere, grazie al movimento migratorio, un ulteriore incremento rispetto a un valore già molto elevato: al censimento 2011 infatti a Bologna la quota di laureati era pari al 22,9% contro il 10,4% nazionale. Quanto alla condizione professionale, oltre il 60% degli immigrati nel quinquennio 2011-2015 è costituita da lavoratori in prevalenza dipendenti, attratti evidentemente dalle opportunità lavorative del nostro territorio.

Il profilo di chi parte
Gli emigrati nel quinquennio 2011-2015 sono stati complessivamente 52.858, con una media di circa 10.600 all'anno. Anche per le partenze, come per gli arrivi, maschi e femmine si equivalgono (50,2% contro 49,8%). La maggioranza (52%) ha un'età compresa tra i 25 e i 44 anni. Il 61,9% è celibe o nubile. Quattro emigrati su cinque sono italiani (41.500 contro 11.358). Il 90,8% emigra verso un'altra località italiana, in particolare dell'Emilia-Romagna (61,5%) e in prevalenza nell'area metropolitana di Bologna. Nel quinquennio 2011-2015 Bologna ha accumulato un deficit di quasi 6.000 persone verso gli altri comuni dell'hinterland che rappresenta il maggior bacino di attrazione di chi decide di lasciare la città. Per quanto riguarda invece la scelta di andare all'estero, Bologna nel quinquennio 2011-2015 ha perso poco meno di 500 residenti all'anno per emigrazione in altri Paesi, confermando la tendenza già emersa a livello nazionale di un aumento dell'emigrazione italiana all'estero con protagonisti soprattutto i giovani.

Lo studio integrale è disponibile su Iperbole nel sito dell'area Programmazione, Controlli e Statistica.