Compie un quarto di secolo, AngelicA, un vero record per un festival dedicato alla musica di ricerca, dovuto alla sua capacità di crearsi uno spazio che anche nelle sue estreme differenze ha saputo trovare una collocazione inequivocabile.
Spazio che si è concretizzato anche nel Centro di Ricerca Musicale del Teatro San Leonardo di via San Vitale, location di ben 21 concerti dei 24 totali che compongono l’imponente mosaico dell’edizione 2015 di AngelicA.
In programma dal 2 al 31 maggio, il 25° anno di AngelicA Festival appare come un ritratto cubista – “il programma più scomposto di AngelicA”, lo definisce il suo direttore artistico Massimo Simonini, che lo fondò nel 1991 assieme a Mario Zanzani – della sua lunga storia e degli innesti che negli anni hanno contribuito a delinearne il profilo: ecco che nella maratona delle 24 serate del Momento Maggio ripercorreremo le musiche di Karlheinz Stockhausen e Stefano Scodanibbio, un emblema del Novecento e uno dei più interessanti sperimentatori italiani.
Ma ritroveremo anche Eyvind Kang, che ad AngelicA deve la commissione del suo Virginal Coordinates che ora presenterà in chiave nuova; e poi Charles Curtis, maestro della performance solistica per violoncello solo, in lungo e in largo per l’immenso territorio delle musiche americane, da Morton Feldman ad Alvin Lucier.
E poi ancora Chris Cutler, Charlemagne Palestine, John Oswald, Jean-Claude Eloy. C’è un Leone d’Oro che spazia tra arte e musica, Christian Marclay, quasi un emblema degli sconfinamenti territoriali con cui AngelicA ci ha spesso spiazzato in questi suoi primi 25 anni.