Museo Civico Archeologico

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stele – Antico Regno: fine V dinastia (2520-2360 a.C.) La stele a “falsa porta” è un elemento funerario tipico delle sepolture dell’Antico Regno (2705-2225 a.C.) ed è costituita da un architrave, da due o più montanti laterali e da una parte centrale raffigurante una stuoia arrotolata, che deve suggerire l’idea di una porta accessibile al defunto. Questa stele appartiene a un funzionario di nome Sameri, membro di una famiglia di cortigiani molto vicina al faraone, e gli è dedicata dal padre Urkaptah, che include nel dono anche la moglie e gli altri figli. Sameri vi è raffigurato sia sull’architrave, mentre siede in compagnia della madre Henutes davanti a una tavola ricolma di offerte alimentari utili per la sopravvivenza ultraterrena, sia sul montante di estrema sinistra della porta, dove abbraccia con affetto la moglie Khenut. Proprio l’utilizzo di tale iconografia e le caratteristiche strutturali della stele permettono la sua datazione alla fine della V dinastia (2520-2360 a.C.).
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Calcare, incisione a incavo
Dimensioni: Altezza: 173 cm - Larghezza: 98 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1901
Bibliografia: Nizzoli, Giuseppe, Catalogo Dettagliato della Raccolta di Antichità Egizie..., Alessandria d’Egitto, 1827, p. 21; Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1901; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 4; tav. 12; Fischer, Henry G., Varia, in: Egyptian Studies I, New York, 1976, pp. 3-17; tavv. I-II; Bresciani, Edda, Le stele egiziane del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1985, n. 1; tavv. 1-4; Pernigotti, Sergio, Sulle tracce della scrittura: l’antico Egitto. , in: G.R. Cardona (a cura di), Sulle tracce della scrittura: l’antico Egitto. Oggetti, testi, superfici dai Musei dell’Emilia Romagna, Bologna, 1986, p. 27, fig. 1; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 5; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, n. 48.