Museo Civico Archeologico

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amuleto – Terzo Periodo Intermedio: XXII-XXIII dinastia (944-716 a.C.) L’iscrizione in caratteri geroglifici incisa sul piastrino dorsale di questo amuleto identifica la dea a testa felina seduta in trono con serpente ureo sulla testa, parrucca tripartita, lunga tunica aderente al corpo e tavoletta nella mano sinistra su cui l’occhio udjat di Horo, con “Sekhmet, che da la vita”. In questa veste, il temibile occhio di Ra aveva il potere di proteggere dalla pestilenza l’umanità intera, a partire dal sovrano, ricoprendo così la funzione di divinità guaritrice. Per tale ragione, i suoi sacerdoti avevano un ruolo attivo nella pratica della medicina, anche se probabilmente in posizione inferiore a quella dei medici veri e propri (swnw). La statuetta, caratterizzata da un grosso anello di sospensione nascosto dietro l’ureo e da una resa piuttosto spigolosa dei tratti somatici e anatomici, è databile per confronto stilistico e caratteristiche tecniche al Terzo Periodo Intermedio, periodo in cui l’arte e la religione egiziane attribuiscono un ruolo preminente alla dea leonessa così come alla gatta Bastet, suo aspetto benevolo. Con la XXII dinastia, infatti, il culto di Sekhmet-Bastet si diffonde in tutto l’Egitto a partire dalla città di Bubastis, suo principale luogo di devozione, che diviene allora capitale.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Faïence
Dimensioni: Altezza: 7.27 cm - Larghezza: 1.68 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_0868
Bibliografia: Nizzoli, Giuseppe, Catalogo Dettagliato della Raccolta di Antichità Egizie..., Alessandria d’Egitto, 1827, p. 32, n. XVII, 11; Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 868; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, p. 248, n. 215.