Museo Civico Archeologico

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sarcofago – Epoca Tarda: XXVI dinastia (664-525 a.C.) Il sargofago ligneo di tipo antropoide, che riproduce le fattezze del corpo umano, conteneva la mummia di Usai ed era a sua volta racchiuso in un sarcofago di dimensioni maggiori, a cassa con pilastrini angolari e coperchio a botte. Il volto del defunto è colorato di rosso mattone per indicarne il sesso maschile, elemento evidenziato per contrasto dai colori più chiari utilizzati per la parrucca a tre bande di capelli e per il pettorale usekh, costituito da fila di perline sovrapposte. Sotto il mento è visibile il foro nel quale era fissata la tradizionale barba posticcia, ora scomparsa, che identificava il defunto al dio Osiri, signore dell’oltretomba. La restante parte del sarcofago è monocroma a eccezione di due colonne di geroglifici rossi: la prima iscrizione, che ne tramanda il nome assieme a quello dei genitori, il padre Nekhet e la madre Heriubastet, corre verticale sul coperchio dal pettorale ai piedi tra due righe rosse e su fondo bianco; la seconda, sempre tra due righe rosse su fondo giallo ocra, circonda l’intero sarcofago, a eccezione della base. All’interno della cassa è raffigurata la dea dell’Occidente Imentit, colei che accoglieva il defunto nell’oltretomba.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Legno stuccato e dipinto
Dimensioni: Lunghezza: 204 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1962
Bibliografia: Kminek Szedlo, Giovanni, Saggio filologico per l’apprendimento della lingua e della scrittura egiziana, Bologna, 1877, p. 71; Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1962; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 90; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, n. 525; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 160; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 136.