statua – Epoca Tarda: XXVI dinastia (664-525 a.C.)
La statua, un vero e proprio capolavoro della scultura di Epoca Tarda, rappresenta l’alto funzionario Uahibra in piedi, con le braccia distese lungo i fianchi e la gamba sinistra avanzata nell’atto di camminare; nonostante la perdita quasi totale di braccia e gambe, la figura è comunque leggibile nel suo insieme. Questo personaggio, noto anche da altri monumenti, ricoprì importanti cariche sia di tipo militare che religioso iniziando la sua carriera nel Delta, dove la XXVI dinastia (664-525 a.C.) stabilisce la propria capitale nella città di Sais. La statua si ispira a modelli dell’Antico Regno (2705-2225 a.C.) per il rigore dello schema compositivo e anche per l’essenzialità dell’abbigliamento di Uahibra, consistente in un gonnellino (shendit) di tipo arcaico senza plissettatura e in una parrucca a cuffia portata dietro le orecchie e le spalle. La resa sorridente del volto, l’essenzialità lineare dei tratti anatomici del corpo, così come la levigatezza delle superfici, sono caratteristiche proprie della scultura di età saitica, dove lo scorrere veloce della luce su superfici prive di bruschi passaggi di piano vivifica la pietra. Solo il pilastrino dorsale al quale poggia la scultura e che funge da supporto per un’iscrizione in caratteri geroglifici con la titolatura di Uahibra, interrompe questo gioco di linee curve, esaltandolo per contrasto.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Microgabbro
Dimensioni: Altezza: 125 cm - Larghezza: 44.1 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1820
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1820; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 64; tav. 38; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, n. 476; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 28; tavv. LXXXVI-LXXXVII; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 110; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 101.