statua – Epoca Tolemaica: fine IV-inizi III a.C.
Dal Medio Regno (1987-1640 a.C.) in poi i dignitari egiziani acquistano un privilegio fino ad allora riservato ai sovrani, e cioè la possibilità di collocare statue a proprio a nome nei cortili dei templi in segno di devozione verso gli dei. Compaiono allora nuovi tipi di sculture templari, tra le quali avrà grande diffusione la statua cubo, che riproduce, in modo più o meno schematico, un uomo accoccolato al suolo in atteggiamento di riposo contemplativo, con le gambe strette al petto e le mani intrecciate sopra le ginocchia. La statua di Nesmin, figlio di Horo e di Tadineferet, testimonia la sopravvivenza di questa tipologia, con poche varianti e di natura soprattutto stilistica, fino all’Epoca Tolemaica (332-31 a.C.). Nesmin, seduto su una base rettangolare e appoggiato a un pilastrino dorsale, è avvolto in un mantello che aderisce al corpo, delineandone il profilo sinuoso. La parrucca, che nasconde quasi per intero la fronte ma non le orecchie, e la piccola barba sotto il mento uniscono la massa della testa al blocco del corpo ammantato dal quale fuoriescono solo le mani: la sinistra a palmo aperto, la destra chiusa a stringere un elemento vegetale, forse una lattuga, simbolo di fertilità e di rinascita. Il volto, piuttosto consunto, potrebbe non riprodurre i tratti fisionomici di Nesmin, perché spesso le statue templari erano acquistate già scolpite e l'identificazione con il proprietario avveniva tramite l'iscrizione del nome. I geroglifici, irregolari e incisi a incavo poco profondo sullo zoccolo, sul pilastrino e sulla parte anteriore del corpo, tramandano anche in questo caso nome e titoli dell’acquirente, assieme a quelli dei familiari più stretti. Le divinità menzionate nel testo, inoltre sembrano individuare nell’area tebana il luogo di provenienza della statua.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Diabase
Dimensioni: Altezza: 29.8 cm - Larghezza: 13.5 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1827
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, n. 1827; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 35; tav. 22; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 34; tavv. XCVIII-C; Donati, Angela, Deomene. L’immagine dell’orante tra Oriente e Occidente, Milano, 2001, n. 7.