Museo Civico Archeologico

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statuetta – Epoca Tarda: XXVI-XXX dinastia (664-342 a.C.) La popolarità e il culto di Imhotep, vizir e sovrintendente ai lavori del re Gioser (Antico Regno, III dinastia: 2705-2225 a.C.), traggono origine dalla piramide a gradoni di Saqqara. L’importanza architettonica di questo complesso funerario monumentale, costruito interamente in pietra sotto la sua direzione, così come l’aura di saggezza che dal Medio Regno (1987-1640 a.C.) all’Epoca Tolemaica (332-31 a.C.) circonda il sovrano a cui era destinato, lo rendono partecipe di una fama e di un culto plurimillenari, il cui centro di emanazione è la città di Menfi. La divinizzazione del saggio Imhotep ha fasi di sviluppo successive. Dall’Epoca Tarda in poi gli Egiziani lo considerano figlio di una donna di nome Khreduankh e del dio Ptah, di cui era stato sacerdote in vita. Dopo la conquista greca, la venerazione nei suoi confronti aumenta ulteriormente quando lo si identifica con il dio della medicina Asclepio. Tra le numerose offerte votive che testimoniano l’ampia diffusione del suo culto, vanno elencate le mummie di ibis, modelli raffiguranti arti e organi umani affetti da malattie, ma anche amuleti, statuette varie e bronzetti a sua immagine. L’iconografia consueta del dio è quella rappresentata nel bronzetto che lo mostra seduto su un seggio dal basso schienale, lavorato a giorno, mentre srotola un papiro sulle ginocchia. Il cranio rasato è coperto da un copricapo a calotta, identico a quello di suo padre Ptah, la cui essenzialità lineare risalta a confronto con la ricchezza di dettaglio del sottostante pettorale usekh, con il plissé del corto gonnellino e l’intreccio vegetale dei sandali infradito.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Bronzo, fusione
Dimensioni: Altezza: 15.4 cm - Larghezza: 5 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1852
Bibliografia: