Museo Civico Archeologico

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amuleto – Nuovo Regno: XVIII dinastia (1539-1292 a.C.) Il nome Bes, di uso relativamente tardo e forse derivante dal termine “proteggere”, indica una decina di divinità e di demoni, molto simili di aspetto, ma non tutti correlati tra loro in origine: Aha, Amam, Bes, Hayet, Ihty, Mefdjet, Menew, Segeb, Sopdu e Tetetenu. Le prime attestazioni iconografiche del dio, o di una qualche divinità affine, risalgono al Medio Regno, ma è solo dal Nuovo Regno che le testimonianze di culto nei suoi confronti aumentano, diffondendosi a tutta la società egiziana. Questa potente divinità apotropaica, che deriva iconograficamente dall’immagine di un leone ritto sulle zampe posteriori, umanizzandosi sempre più, dal Nuovo Regno è raffigurato come un nano dalle gambe tozze e corte, dal grosso ventre e dalla testa sovradimensionata con folta barba, occhi sbarrati e lingua fuori tra i denti spesso digrignati; dell’animale sono evidenti la criniera, che a volte circonda le spalle del dio formando quasi un pettorale, alcuni dettagli del vello e della muscolatura felina, così come la coda su cui sembra poggiare posteriormente. La statuetta attribuibile al Nuovo Regno per confronto stilistico con altri esemplari, ne rappresenta una splendida esemplificazione. Scolpita nella steatite, l’immagine divina deve la sua colorazione turchese a un ingobbio vetroso di spessore irregolare che evidenzia i dettagli incisi sul corpo. Due fori in corrispondenza delle orecchie, segnalano la presenza in antico di orecchini, presumibilmente in metallo prezioso.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Steatite invetriata
Dimensioni: Altezza: 7.65 cm - Larghezza: 3.48 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_0615
Bibliografia: Nizzoli, Giuseppe, Catalogo Dettagliato della Raccolta di Antichità Egizie..., Alessandria d’Egitto, 1827, p. 74, n. XVII, 32; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, p. 144, n. 337; Bresciani, Edda, La collezione egizia del Museo Civico di Bologna, Ravenna, 1975, pp. 54-55, tav. 29; Pelagio Palagi artista e collezionista, Bologna, 1976, p. 389, n. 517; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, pp. 246-247, n. 212; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 141.