Museo Civico Archeologico

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statua – Epoca Tarda: prima metà XXVI dinastia (664-525 a.C.) Le statue templari di questo tipo diventano comuni in Egitto a partire dalla XIX dinastia (1292-1190 a.C.), nonostante alcuni esemplari risalgano a un’epoca ancora più antica: un funzionario o un sacerdote tiene davanti a sé la statua di un dio, di un sovrano, talvolta un tempietto (naos) con all’interno una o più immagini divine. Dentro al tabernacolo sorretto da questo naoforo è scolpito il dio dell’oltretomba Osiri: in piedi, con il corpo avvolto nel lenzuolo funebre, lo scettro e il flagello stretti nelle mani incrociate sul petto, l’atef -la corona bianca dell'Alto Egitto tra due piume di struzzo- sul capo. La statua, che è priva della parte inferiore e ha la superficie danneggiata da abrasioni diffuse, lascia intuire la maestria raggiunta dagli scultori egiziani in Epoca Tarda. La scelta del materiale lapideo, il tipo di parrucca e il cosiddetto sorriso “saitico”, diffusosi nella statuaria a partire dalla metà del VII secolo a.C. quando diventa capitale del paese Sais, sono gli elementi in base ai quali il naoforo è stato datato alla XXVI dinastia, tra la fine del regno di Psammetico I (664-610 a.C.) e gli inizi del regno di Nekao II (610-595 a.C.). L’iscrizione in caratteri geroglifici incisa sul pilastrino dorsale, pur non tramandando il nome del proprietario perché incompleta nella parte inferiore, permette di individuare nella località di Coptos, e forse nel tempio dello stesso Osiri, il luogo di deposizione del monumento.
Informazioni
Provenienza:
Materiale: Serpentino
Dimensioni: Altezza: 30.3 cm - Larghezza: 14.5 cm
Numero di inventario: MCA-EGI-EG_1828
Bibliografia: Museo Civico di Bologna. Catalogo di Antichità Egizie descritte dal prof. cav. Giovanni Kminek-Szedlo, Torino, 1895, p. 158, n. 1828; Curto, Silvio, L’Egitto antico nelle collezioni dell’Italia settentrionale, Bologna, 1961, n. 62; tav. 37; Pernigotti, Sergio, La statuaria egiziana nel Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna, 1980, n. 26; tavv. LXXXI-LXXXIII; Il senso dell’arte nell’antico Egitto, Milano, 1990, n. 107; Morigi Govi, Cristiana, La collezione egiziana, Milano, 1994, p. 99; Donati, Angela, Deomene. L’immagine dell’orante tra Oriente e Occidente, Milano, 2001, n. 5; Sparagni, Tulliola, Un diavolo per capello. Dalla sfinge a Warhol Arte Acconciatura Società, Milano, 2006, B 74; Nizzoli, Giuseppe, Catalogo d’una raccoltina di antichità egiziane, s.l., s.d., p. 4.