Museo Civico Archeologico
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La statua cubo, che raffigura in forma più o meno schematica un uomo accoccolato al suolo in riposo contemplativo, con le ginocchia sollevate davanti a sé e le mani intrecciate sotto il mento, compare durante il Medio Regno e da allora rappresenta una delle tipologie statuarie più attestate nei cortili dei templi quale segno di devozione dei privati verso gli dei adorati nell'area sacra.
La statua di Nesmin, figlio di Horo e di Tadineferet, testimonia la sopravvivenza di questa tipologia, con poche varianti, fino all'Epoca Tolemaica. Nesmin, sedendo su una base rettangolare, si appoggia ad un pilastrino dorsale ed è avvolto in un mantello che ne delinea il profilo sinuoso del corpo. Le quattro iscrizioni in caratteri geroglifici incise sul mantello ci tramandano il nome, la genealogia, i titoli del personaggio e la presunta provenienza della statua da Tebe per le divinità che vi sono menzionate. Il volto, a prescindere dalla consunzione del naso che ne limita l'identificazione dei tratti somatici, non è detto che riproduca le sembianze di Nesmin, perché spesso le statue erano acquistate già scolpite e l'identificazione con il proprietario avveniva tramite l'applicazione del nome.
Provenienza: Egitto: Tebe (?). Collezione Palagi
Datazione: inizi Epoca Tolemaica (fine IV - inizi III sec. a.C.)
Materiale: diabase
Dimensione: cm 29,8 x 13,5 x 17,3
Numero di inventario: KS 1827