Museo Civico Archeologico
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Il rilievo, trasportato dall'Egitto a Roma in età imperiale, fu riscoperto a distanza di secoli durante gli scavi effettuati nel 1709 sull'Aventino nei pressi della chiesa di Santa Prisca. Il bolognese Papa Benedetto XIV lo donò alla sua città natale assieme ad altri reperti egiziani ed antichità varie.
La lastra apparteneva in origine al tempio dedicato al dio Atum nella località di Heliopolis, del quale costituiva un intercolumnio della facciata. Il protagonista della scena, incisa con grande cura per i dettagli, è il faraone Nectanebo I che, inginocchiato, offre gioielli e stoffe a diversi demoni-guardiani, minacciosi per l'altezza dei piedistalli sopra i quali sono posti e per i lunghi coltelli che brandiscono. Ad eccezione di un demone dalle sembianze di leone, gli altri tre raffigurati hanno corpi identici e teste diverse: di coccodrillo a fauci aperte; di coccodrillo a fauci chiuse e a tre serpenti. Come apprendiamo dai geroglifici che completano la scena, il faraone li ringrazia per avergli concesso potere e vittorie sia in Egitto che sulle popolazioni straniere.
Provenienza: Egitto: Heliopolis, tempio di Atum. Collezione Universitaria
Datazione: Epoca Tarda: XXX dinastia, regno di Nectanebo I (380 - 362 a.C.)
Materiale: dolerite
Dimensione: cm 90 x 98
Numero di inventario: KS 1870