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Con il termine ushabti si intendono quelle statuette funerarie, generalmente non superiori ai 20 centimetri di altezza e nei materiali piú diversi - legno, terracotta, faïence, bronzo e pietre varie -, che gli Egiziani collocano nelle tombe dalla fine del Medio Regno all'Epoca Romana. Tali statuette, rappresentate con il corpo avvolto da bende, con due piccole zappe nelle mani e con un sacchetto per le sementi sulla spalla, si sarebbero rianimate grazie alla formula del Libro dei Morti iscritta sul loro corpo (VI capitolo) per sostituire il defunto nei pesanti lavori agricoli del paradiso egiziano.
All'interno della tomba del faraone Sety I, rinvenuta nella Valle dei Re nel 1817 dal padovano Giovanni Battista Belzoni, ne furono scoperte più di settecento, appartenenti a due serie diverse: le une, la stragrande maggioranza, in legno con l'iscrizione in caratteri geroglifici incisa attorno al corpo; le altre, come questo ushabti, in faïence di colore azzurro-turchese con il testo dipinto in colore blu cobalto, di dimensioni maggiori e di qualità e fattura superiori. Il faraone Sety I è identificabile come tale non solo per il nome racchiuso nel cartiglio, che compare nell'iscrizione, ma anche perché indossa il copricapo regale nemes, un collare del tipo usekh, costituito da numerose fila di pendenti sovrapposte, e due alti bracciali.
Provenienza: Egitto: località ignota. Collezione Palagi (Nizzoli)?
Datazione: Nuovo Regno: XIX dinastia, regno di Sety I (1290 - 1279 a.C.)
Materiale: faïence
Dimensione: altezza cm 26
Numero di inventario: KS 2056