Museo Civico Archeologico
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Nel corso della sua storia plurimillenaria, l'Egitto manifesta un legame indissolubile con la scrittura: ogni monumento, ogni piccolo oggetto rappresenta una superficie idonea ad accogliere un testo scritto in geroglifico, ieratico e demotico. La scrittura egiziana più antica è quella geroglifica che compare verso la fine del IV millennio avanti Cristo ed è utilizzata soprattutto come scrittura sui monumenti. Quasi contemporanea è la scrittura ieratica che, tracciata prevalentemente su papiro, cocci di terracotta, tavolette di legno, rappresenta il “corsivo” del geroglifico al quale si sostituisce negli usi quotidiani e privati. Nel VI secolo a.C. viene infine introdotta nel paese la scrittura demotica. Da allora, i caratteri geroglifici continuano ad essere utilizzati per le iscrizioni monumentali, mentre sono redatti in ieratico solo i testi religiosi e il demotico diviene la scrittura dell'amministrazione pubblica e dei documenti privati.
Le tre scritture sopravvivono alla conquista greca (332 a.C.) e romana (30 a.C.): l'ultima iscrizione demotica risale infati al 473 d.C. Al diffondersi del Cristianesimo in Egitto, nel I sec. d.C., fa la sua comparsa il copto, che utilizza l'alfabeto greco e alcuni segni specialei, derivanti dal demotico, per tradurre i testi sacri in Egiziano.
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