Museo Civico Archeologico
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Gli ushabti sono statuette funerarie che gli egiziani iniziarono a collocare nelle tombe dalla fine del Medio Regno.
Generalmente non superavano i 20 centimetri di altezza ed erano create nei materiali più diversi, legno, terracotta, faïence, bronzo e pietre varie.
Deposte nei corredi funerari dapprima in pochi esemplari, aumentarono via via fino a quando nell’VIII-VII sec. a.C. si impose il numero di 401 statuette: 365 di servitori, una per ciascun giorno dell'anno, più 41 per i capisquadra a capo di ogni gruppo di 10 ushabti.
Sono rappresentate con il corpo avvolto da bende o in abiti di vita quotidiana, con piccoli falcetti e zappe nelle mani e con un sacchetto per le sementi sulla spalla.
Queste figure si sarebbero rianimate per forza magica grazie alla formula iscritta sul loro corpo e avrebbero sostituito i defunti nei pesanti lavori agricoli del paradiso egiziano. Particolarmente pregevoli tra gli esemplari in esposizione sono gli ushabti in faïence azzurro-turchese e in legno del faraone Sety I, il padre di Ramses II.
Provenienza: Egitto: provenienze diverse
Datazione: A partire dal Medio Regno